My First IRP Grant, l’esperienza di Giulia Borile a Londra

Un approccio multidisciplinare per studiare la risposta dei farmaci nel trattamento della leucemia mieloide acuta (LMA). È l’obiettivo del progetto di ricerca che la dott.ssa Giulia Borile, 32 anni, sta portando avanti grazie alla collaborazione tra il gruppo di Genetica delle leucemie pediatriche, della dott.ssa Martina Pigazzi, e quello di Bio-Nano-Caratterizzazione del prof. Filippo Romanato. Per tale studio, Giulia si è aggiudicata il My First IRP Grant che le sta permettendo di svolgere un periodo di formazione al Francis Crick Institute di Londra, a due passi dal famoso binario 9 e ¾ di Harry Potter.
La LMA è una malattia pediatrica rara che, in Italia, presenta circa 80 nuovi casi l’anno. Ad oggi, il tasso di guarigione si aggira attorno al 60%, ma è la recidiva la principale causa di fallimento della terapia.
“La nicchia del midollo osseo è un importante fattore che contribuisce allo sviluppo della leucemia e alla resistenza ai farmaci – spiega la ricercatrice –. Grazie a questo finanziamento, sto sviluppando un sistema per studiare le interazioni tra le cellule leucemiche e quelle sane in un ambiente quanto più simile possibile al midollo osseo. Per colmare questa lacuna, faccio leva su un approccio multidisciplinare che combina biofisica, biologia del cancro e bioingegneria”.
A Londra, la dott.ssa Borile sta collaborando con il gruppo di “Microscopia ottica avanzata” che, oltre ad essere multidisciplinare, è anche multinazionale. “Mi sono subito trovata molto bene – racconta –. L’istituto è il più grande centro di ricerca biomedica in Europa, sia per numero di ricercatori (circa 1200) sia per budget (£100 milioni/anno), e ai giovani ricercatori offre un programma di mentoring per aiutarli a ‘camminare con le proprie gambe’. Quindi ho seguito e seguo corsi di analisi dati, statistica, scrittura di grant e articoli, ma anche di divulgazione scientifica e machine learning”.
A fine ottobre Giulia si è aggiudicata il premio “Elisa Camporese” per il miglior poster presentato al Retreat 2019 di IRP: “Sicuramente uno stimolo a proseguire nella direzione intrapresa. Mi occupo di microscopia avanzata da 10 anni ormai e ho sempre trovato molti stimoli nel lavorare a progetti interdisciplinari. Ho già alcune idee che spero di poter sviluppare in IRP”.