Congresso SIGU, a Valeria Morbidoni il premio per la migliore comunicazione orale

Valeria Morbidoni, giovane ricercatrice del Laboratorio di Genetica e malattie rare dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, è stata premiata al congresso nazionale della Società Italiana di Genetica Umana (SIGU), tenutosi online dall’11 al 13 novembre, per la sua presentazione orale giudicata tra le migliori. L’esposizione ha riguardato l’identificazione di TOGARAM1 come nuovo gene causativo di un raro gruppo di malattie ereditarie noto come ciliopatie (l’incidenza globale è stimata a circa 1:2000).

“I geni coinvolti in questo tipo di patologie multisistemiche, che possono manifestarsi con alterazioni evidenziabili già in epoca prenatale e che comportano anomalie principalmente a livello del sistema nervoso, renale, oculare e scheletrico, sono molteplici, ma una parte dei pazienti ancora oggi non ha una diagnosi molecolare. Solo di recente abbiamo scoperto come anche mutazioni nel gene TOGARAM1 giochino un ruolo causativo in una nuova ciliopatia caratterizzata da gravi malformazioni cerebrali e cranio-facciali – anticipa la prof.ssa Eva Trevisson, principal investigator del Laboratorio di Genetica e malattie rare –. Grazie al lavoro condotto da Valeria, i cui risultati sono stati pubblicati a giugno dal Journal of Medical Genetics, è stato possibile studiare l’effetto, a livello funzionale, di queste mutazioni utilizzando un modello animale multicellulare molto semplice”.

“Si tratta di un piccolo verme che vive nei suoli, chiamato C. elegans, comunemente usato in laboratorio – spiega la dott.ssa Morbidoni –. TOGARAM1, che nell’uomo ha un ruolo importante nell’assemblaggio di organi cellulari noti come ciglia, è conservato in C. elegans, dove risulta fondamentale per il funzionamento di neuroni sensoriali essenziali per la corretta percezione degli stimoli esterni. Studi precedenti avevano evidenziato che mutazioni in questo gene non solo causano una serie di alterazioni specifiche a carico di questi neuroni, ma anche che le loro ciglia presentano difetti strutturali, apparendo più corte e disorganizzate. Abbiamo quindi ricreato le varianti genetiche di nostro interesse nella posizione corrispondente del gene di C. elegans, evidenziando la stessa tipologia di difetti fenotipici e strutturali nei neuroni sensoriali e nelle loro ciglia, consentendo di dimostrarne la patogenicità e di stabilire un legame tra il gene TOGARAM1 e le ciliopatie primarie”.

Tale identificazione amplia, di fatto, il numero di geni da analizzare nelle persone con sospetta ciliopatia primaria, permettendo di diagnosticare a livello molecolare questa rara patologia causata da alterazioni in TOGARAM1 e che, fino a poco tempo fa, non era nota. Un importante passo avanti per fornire alle famiglie una risposta adeguata sulla causa e sul rischio di ricorrenza della condizione. 

“Purtroppo si tratta di malattie dello sviluppo che si manifestano molto precocemente; solo conoscendo le alterazioni molecolari è possibile studiare i meccanismi che portano allo sviluppo di tali condizioni, comunicare alle famiglie il rischio di ricorrenza e offrire possibili opzioni riproduttive – concludono le due ricercatrici –. Il nostro prossimo obiettivo sarà quello di comprendere il reale meccanismo con cui questa proteina agisce nelle cellule. Sappiamo che è localizzata a livello del ciglio e interagisce con altre proteine, però il suo ruolo effettivo nel favorire il corretto funzionamento del ciglio è ancora sconosciuto”.