Garattini: “Il valore terapeutico aggiunto potrà fare la differenza nei nuovi farmaci”

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Il prof. Silvio Garattini, fondatore e direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, è il primo ospite della rassegna “Viaggio al centro della scienza”. Mercoledì 9 maggio alle ore 16 nell’Aula Magna di Palazzo Bo parlerà de “Il mercato della medicina” e noi, a tal proposito, gli abbiamo posto qualche domanda.

Professor Garattini, quali sono i motivi che hanno portato a sviluppare un vero e proprio mercato della medicina?

Ormai la medicina è diventata un grande mercato in cui è molto difficile distinguere ciò che serve veramente ai pazienti. Ciò è dovuto a molti fattori, anzitutto all’aspettativa. Poiché negli anni sono stati fatti progressi, naturalmente si pensa che siano in continuo sviluppo e tale aspettativa favorisce il mercato, cioè tutti quelli che presentano nuovi farmaci, dispositivi medici, apparecchi e quant’altro. Vi è poi il problema del profitto, molto importante come motivazione per vendere il più possibile le cose che abbiamo detto. E ancora, c’è il fatto che in Italia la cultura scientifica non è molto elevata, per cui la gente fatica a riconoscere quello che è utile da quello che non lo è. Quindi il mercato, che si basa fondamentalmente sulla propaganda, ha la possibilità di vendere molto senza che la gente abbia dei criteri di giudizio per stabilire la veridicità dei prodotti. Se lei compra un formaggio e poi ha la possibilità di giudicare se è buono o cattivo, se è caro o economico in rapporto a quello che mangia, perché ha una cultura di carattere alimentare, per quanto riguarda, invece, un estratto di erbe per migliorare la memoria non ha dei criteri per stabilire se è realmente così, pertanto lo compera sperando che faccia qualcosa. Un altro fattore da prendere in considerazione, infine, riguarda l’asimmetria dell’informazione. Mentre coloro che vendono hanno possibilità di fare propaganda, di enfatizzare i loro prodotti, di far vedere che tutto serve a qualcosa, manca completamente, o quasi, una forma di informazione indipendente. In questo sono certamente molto carenti le autorità, come gli assessorati alla salute regionali e comunali. In linea generale, le logiche di mercato dominano sia la medicina alternativa sia quella ufficiale.

antibiotic-capsules-159211Ogni anno vengono immessi sul mercato molti nuovi farmaci. Sono realmente tutti innovativi?

La legge europea, a cui siamo tutti soggetti, afferma che un farmaco si approva sulla base di tre caratteristiche: qualità, efficacia e sicurezza. Quello di cui però la legge non parla, perché in sostanza l’industria farmaceutica non vuole, è del valore terapeutico aggiunto. Se si aggiungessero queste tre parole è che chiaro che si dovrebbe puntare a qualcosa di meglio rispetto a quello che già è a disposizione. Oggi non è richiesto di dimostrare che un nuovo farmaco è migliore di uno già in commercio (anzi, spesso è anche meno attivo), l’importante è che abbia qualità di efficacia e sicurezza. Questo è un altro incentivo a immettere sul mercato farmaci, indipendentemente dal fatto che rappresentino un reale miglioramento.

L’obiettivo è anche quello di arrivare a curare qualsiasi sintomo?

Qui entriamo nella cosiddetta medicalizzazione della nostra società. Si pensa che qualsiasi cosa possa essere risolta da un farmaco, o comunque da un trattamento medico, quando molti problemi dipendono soltanto da noi stessi. Non si fa per nulla prevenzione perché quest’ultima non fa vendere prodotti, così la si lascia alla volontà delle singole persone sulla base degli atteggiamenti e dei comportamenti che adottano. Se diciamo di non fumare, di non bere alcol, di fare attività fisica, di avere un’alimentazione corretta, non facciamo altro che moderare o eliminare molte cose dal mercato. In generale questo non ha grande successo. La legislazione, in tal senso, non è molto favorevole. Se si pensa che lo Stato ricava 13 miliardi all’anno dalla vendita delle sigarette come tasse, è poco credibile se poi fa una campagna perché la gente non fumi.

Il problema della disinformazione scientifica è oggi particolarmente sentito. Avrebbe mai immaginato che si arrivasse a un tale proliferare di fake news?

Avendo un lungo “chilometraggio”, queste cose le vedo da 60 anni a questa parte. Non rappresenta una novità quello che adesso è considerato molto strano, come il fatto che la gente si occupi dell’omeopatia. Quest’ultima esisteva già 60 anni fa, solo che molto pochi si imponevano perché in generale anche i ricercatori avevano le loro responsabilità. Per molto tempo sono sempre vissuti nella loro torre d’avorio disdegnando i contatti con il pubblico, mentre dovrebbe essere un dovere per ciascuno di noi interagire con la gente, far capire, aiutare ad avere una cultura scientifica. Se il pubblico non ha una cultura scientifica è difficile che possa giudicare.

Laureato in Medicina, nel 1963 Silvio Garattini ha fondato l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” (con sedi a Milano, Bergamo, Ranica) di cui è direttore. È autore di molte centinaia di lavori scientifici, pubblicati in riviste nazionali ed internazionali, e di numerosi volumi nel campo della farmacologia. Fa parte del Gruppo 2003 (gruppo dei ricercatori italiani altamente citati nella letteratura scientifica internazionale).

Fondatore dell’European Organization for Research on Treatment of Cancer, negli ultimi decenni è stato membro di vari organismi fra cui: Comitato di Biologia e Medicina del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.), Consiglio Sanitario Nazionale e Commissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la politica della ricerca in Italia, Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) del Ministero della Salute.

Ha ottenuto numerose onorificenze. Tra queste: la Legion d’Onore della Repubblica Francese per meriti scientifici; Premio della Società Italiana di Chimica “Giulio Natta”; Grand Ufficiale della Repubblica Italiana e Lauree Honoris Causae alle Università di Bialystok, Polonia e di Barcelona, Spagna.